La diffusione del Covid-19 ha stravolto il settore del turismo (ecoturismo compreso) su scala globale. A partire da marzo ci siamo quindi trovati costretti a cancellare tutte le nostre spedizioni internazionali che, a partire da quest’anno, avrebbero dovuto includere, oltre alla Spagna e alla Grecia, anche Ecuador e Thailandia. Per la medesima ragione, anche molti weekend naturalistici che avevamo in programma sono stati annullati.

Dopo aver ripreso le attività giornaliere siamo finalmente riusciti a tornare a svolgere percorsi di più giorni a partire da Agosto.

Nell’ultima settimana del mese siamo stati infatti impegnati in tour privati in Abruzzo durante i quali abbiamo accompagnato, alla scoperta della biodiversità del luogo, Andrea, Mattia, Luisa ed il piccolo Robin.

Le montagne di questa regione, come ci sembra di capire moltissime a livello nazionale, sono state letteralmente invase dai turisti durante quest’estate quantomeno particolare. Per noi amanti dell’osservazione naturalistica, ovviamente, la folla di turisti non è un evento che ci affascina particolarmente.

Ciononostante, si sa, molte di queste persone difficilmente si allontanano di molto dai centri abitati, quindi, spostandosi un minimo è comunque possibile godere, almeno in parte, della tranquillità che caratterizza questi luoghi.

Nemmeno il tempo di fare conoscenza con il gruppo che Robin (abilissimo nel cercare serpenti, ma di questo vi racconteremo più tardi) ci comunica che nel giardino dell’albergo ha già incontrato una di quelle specie che aveva identificato come target per il nostro viaggio: un bellissimo esemplare di Colubro liscio (Coronella austriaca) … incredibile!

Partiamo quindi in direzione del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise verso Civitella Alfedena ma, una volta raggiunto il borgo, trovandolo affollatissimo, decidiamo di cambiare piani.

Ci dirigiamo quindi ad ovest del paesino per percorrere uno dei sentieri che preferiamo. Cominciamo quindi la passeggiata cominciando a raccontare del Parco, della sua gloriosa storia e, in particolare, della sua fauna. Nessun avvistamento particolare caratterizza il pomeriggio che si conclude al crepuscolo con un breve appostamento durante il quale osserviamo un gran numero di numerose famigliole di Cinghiali (Sus scrofa).

Di rientro alla base, questa volta nel borgo di Pescocostanzo, dopo una lauta cena, torniamo in albergo. La sveglia è già fissata ben prima dell’alba.

Il secondo giorno, raggiunto il Parco prima del sorgere del sole, comincia con un avvistamento che ci regala l’osservazione di un buon numero di Cervi (Cervus elaphus). Il gruppo quindi si divide, con Mattia che partecipa ad un’escursione in Val di Rose con le guide ufficiali del Parco ed il resto del gruppo che invece si focalizza sulla ricerca attiva dei mammiferi, sperando, in un momento così affollato, in un colpo di fortuna.

Pochi minuti dopo incontriamo una Volpe (Vulpes vulpes) intenta a crogiolarsi ai primi raggi del sole noncurante della nostra presenza. La poca diffidenza verso il genere umano ci dà quindi la possibilità di parlare di un fenomeno, estremamente dannoso, molto comune nella zona: quello degli animali confidenti. A pochi passi un maschio di Averla piccola (Lanius collurio) ci osserva guardingo.

Salutiamo la Volpe e partiamo alla ricerca del “cugino maggiore”. Purtroppo, i primi appostamenti non danno i risultati sperati nonostante siamo certi di trovarci al punto giusto nel momento giusto. In realtà non proprio nel momento giusto…

Nei pressi di un abbeveratoio incontriamo una comitiva di turisti francesi che, come noi, sono alla ricerca animali selvatici. Dopo alcuni minuti di piacevole chiacchierata ci dicono che giusto alcune decine di minuti prima che passassimo noi, due lupi gli avevano attraversato la strada e si erano fermati ad osservarli a pochi metri. È proprio vero che spesso c’è bisogno di quel pizzico di fortuna in più!

Continuiamo a goderci la nostra esplorazione fin quando non ci ritroviamo con Mattia il quale durante il trekking in Val di Rose è riuscito ad osservare Aquila reale (Aquila chrysaetos), Grifone (Gyps fulvus) e Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata).

Rientriamo quindi verso Pescocostanzo dove ci attendono una meritata cena ed un altrettanto meritata dormita in vista della prossima levataccia.

Il terzo giorno, come sempre, ci alziamo prima dell’alba ma questa volta non ci dirigiamo verso il PNALM bensì verso l’altopiano delle Cinque Miglia a partire dal quale percorreremo un sentiero che, attraversata una suggestiva gola immersa in una faggeta, ci porterà a quote più alte.

Il primo avvistamento interessante è una Lepre (Lepus sp.) la quale, con la proverbiale rapidità, scappa a nascondersi non dandoci la possibilità di verificare qualora si tratti della più rara Lepre italica o, opzione più probabile, di Lepre europea.

Proseguendo, con la faggeta che lascia spazio ad un’area caratterizzata principalmente da conifere, incontriamo le prime Cince more (Periparus ater) e, continuando verso il pascolo, gli Zigoli gialli (Emberiza citrinella).

Indicata a Robin l’area migliore dove cercare rettili ci soffermiamo quindi ad osservare l’avifauna: Prispoloni (Anthus trivialis), Stiaccini (Saxicola rubetra), Averle piccole e Balestrucci la fanno da padrone approfittando dei numerosissimi insetti, mentre diverse Poiane (Buteo buteo) si avvicendano nelle termiche di inizio mattinata. A Robin bastano pochi minuti invece per trovare la sua prima Luscengola (Chalcides chalcides)!

Rientrando in faggeta ascoltiamo il classico abbaiare di un Capriolo (Capreoleus capreoleous) e scoviamo due segni di presenza dell’Orso bruno marsicano: un albero su cui sono presenti i caratteristici graffi ed un altro su cui i ricercatori dell’area protetta hanno applicato del filo spinato con l’obbiettivo di attirare l’Orso per una piacevole grattatina, in cambio di qualche pelo da lasciare per permettere studi sulla distribuzione della specie e sulla genetica degli esemplari.

Raggiunta l’auto ci spostiamo quindi verso il borgo di Rivisondoli dove, dopo aver pranzato, salutiamo Andrea e Mattia. Che piacere aver avuto dei compagni di viaggio come loro, appassionati di natura e, nonostante la giovane età, esperti viaggiatori. Speriamo di poterli rivedere presto in futuro!

L’avventura per noi non finisce qui in quanto, nelle successive 24 ore, ci dedicheremo alla ricerca di Rettili e Anfibi con Luisa e Robin.

L’itinerario è stato programmato proprio per assecondare le esigenze di Robin che a 9 anni, abbiate fede, non stiamo esagerando, è un esperto di erpetofauna come pochi!

Trascorriamo quindi il pomeriggio ad esplorare le pendici del massiccio Montuoso della Majella alla ricerca di rane, salamandre, lucertole e serpenti. Dopo aver avvistato numerose Lucertole muraiole (Podarcis muralis) e Ramarri (Lacerta bilineata) ci soffermiamo ad osservare qualche minuto un piccolo roditore (probabile Apodemus sp.) che, per nulla spaventato dalla nostra presenza, si affanna alla ricerca di cibo tra le radici degli alberi.

La giornata di campo si conclude con Robin che scova sotto un sasso un giovane di Biacco (Hierophis viridiflavus) che, purtroppo, rapidamente si rintana non concedendoci nemmeno un singolo scatto. Prima di rientrare al base ci fermiamo per un ultimo stop durante il quale ritroviamo una muta di colubride ed osserviamo Nibbi reali (Milvus milvus) e un buon passo di Gruccioni (Merops apiaster).

Solita, prelibata, cena e solito rientro sul presto per recuperare le forze in vista dell’ultima giornata di esplorazione.

Anche questa comincia prima dell’alba (chi pensa che le levatacce siano utili solamente per l’osservazione degli animali a sangue caldo è meglio che si ricreda!), perché vogliamo arrivare in zone caratterizzate da muretti a secco e pietraie prima che i serpenti comincino la loro attività di basking mattutino.

Alle prime luci del giorno si risvegliano le Lucertole (sia Podarcis siculus che P. muralis) ed un adulto di Biacco attraversa velocemente il prato. Subito la temperatura sale terribilmente (i circa 30 gradi che caratterizzeranno la giornata sono un evento davvero inusuale per la fine di settembre a queste altitudini) e dopo una rapida ricognizione in un’area di gola dove speriamo, invano, di trovare un po’ di refrigerio e condizioni più adatte alla ricerca dei Rettili, ci spostiamo in faggeta per concentrarci invece sugli Anfibi.

La gola ci regala comunque l’osservazione di un numeroso gruppo di Gracchi corallini (Pyrrhocorax pyrrhocorax).

Giunti in faggeta ci dirigiamo ad un abbeveratoio nel quale siamo soliti osservare, in periodo riproduttivo, molteplici specie di Urodeli ed Anuri. Nei pressi dello stesso, dopo pochi minuti, scoviamo una Rana agile (Rana dalmatina), al quale dedichiamo qualche minuto mentre due Falchi pecchiaioli (Pernis apivorus) attraversano in volo il nostro campo visivo.

Ci spostiamo quindi sul torrente dove scoviamo numerosissimi, e meravigliosi, neometamorfosati di Salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e girini e giovani di Rana appenninica (Rana italica).

Una saporitissima focaccia per pranzo e, prima di concludere definitivamente il tour, un ultimo salto in pietraia con la speranza di aggiungere una nuova specie alla checklist. Niente Ofidi, ma Ramarri e Mantidi, numerosissimi, allietano comunque gli ultimi attimi prima della partenza.

Arriva quindi il momento dei saluti in cui ci complimentiamo ancora una volta con Robin (e con Luisa per aver cresciuto un figlio così preparato supportandolo nel suo amore per la zoologia) augurandogli nuovamente un radioso futuro da erpetologo. Siamo sicuri le nostre strade si incroceranno di nuovo!

In giorni così affollati, e caratterizzati da temperature così alte, non ci è stato purtroppo sempre possibile contattare ogni specie target ma siamo comunque soddisfatti delle osservazioni e, in particolar modo, di aver condiviso tre giorni in natura con un gruppo di partecipanti così interessante ed interessato.

Torneremo in Abruzzo a brevissimo per i nostri tour autunnali, tra bramiti dei cervi e colori incantati.

CHECKLIST

ANFIBI:

  1. Salamandra pezzata (Salamandra salamandra)
  2. Rana appenninica (Rana italica)
  3. Rana agile (Rana dalmatina)

RETTILI:

  1. Ramarro occidentale (Lacerta bilineata)
  2. Lucertola campestre (Podarcis siculus)
  3. Lucertola muraiola (Podarcis muralis)
  4. Luscengola (Chalcides chalcides)
  5. Colubro liscio (Coronella austriaca)
  6. Biacco (Hierophis viridiflavus)

UCCELLI:

  1. Airone cenerino (Ardea cinerea)
  2. Grifone (Gyps fulvus)
  3. Aquila reale (Aquila chrysaetos)
  4. Nibbio reale (Milvus milvus)
  5. Poiana (Buteo buteo)
  6. Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)
  7. Gheppio (Falco tinnunculus)
  8. Piccione domestico (Columba livia var. domestica)
  9. Colombaccio (Columba palumbus)
  10. Gruccione (Merops apiaster)
  11. Rondine (Hirundo rustica)
  12. Balestruccio (Delichon urbicum)
  13. Prispolone (Anthus trivialis)
  14. Ballerina bianca (Motacilla alba)
  15. Pettirosso (Erithacus rubecula)
  16. Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus)
  17. Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
  18. Stiaccino (Saxicola rubetra)
  19. Saltimpalo (Saxicola torquatus)
  20. Merlo (Turdus merula)
  21. Occhiocotto (Sylvia melanocephala)
  22. Luì piccolo (Phylloscopus collybita)
  23. Scricciolo (Troglodytes troglodytes)
  24. Cinciallegra (Parus major)
  25. Cincia mora (Periparus ater)
  26. Cinciarella (Cyanistes caeruleus)
  27. Codibugnolo (Agithalos caudatus)
  28. Picchio muratore (Sitta europaea)
  29. Averla piccola (Lanius collurio)
  30. Gazza (Pica pica)
  31. Ghiandaia (Garrulus glandarius)
  32. Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax)
  33. Cornacchia grigia (Corvus cornix)
  34. Passera d’Italia (Passer italiae)
  35. Fringuello (Fringilla coelebs)
  36. Cardellino (Carduelis carduelis)
  37. Zigolo giallo (Emberiza citrinella)
  38. Zigolo nero (Emberiza cirlus)

MAMMIFERI:

  1. Apodemus sp.
  2. Lepus sp.
  3. Cinghiale (Sus scrofa)
  4. Capriolo (Capreoleus europaeus)
  5. Cervo (Cervus elaphus)
  6. Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata)
  7. Volpe rossa (Vulpes vulpes)
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