GIORNO 1

Si parte, torniamo finalmente in Grecia nordorientale per uno dei nostri itinerari a cui, insieme all’ Andalusia, siamo più affezionati.

Il gruppo comincia a riunirsi all’aeroporto di Fiumicino, prima, e a quello di Salonicco, poi. Recuperiamo Antonio in città e cominciamo il breve percorso che ci condurrà al Lago di Kerkini. Nella luce del tardo pomeriggio, tra il centro cittadino e la periferia della città, stesso dall’auto, facciamo le prime osservazioni interessanti: gli alloctoni Parrocchetti monaci (Myiopsitta monachus) e, soprattutto, numerosi Corvi comuni (Corvus frugilegus).

Il viaggio procede serenamente, puntiamo ad arrivare sulle sponde del lago, per un primo affaccio di benvenuto, con la luce del tramonto. Qualcosa però non ci fa, per fortuna (!), rispettare la tabella di marcia.

Corvo comune. Foto di Valerio Russo.

Mancano pochi chilometri alla destinazione quando Valerio e Tommaso scorgono una sagoma che, nella fioca luce dell’inizio della sera, attraversa molto imprudentemente la strada, proprio tra un camion e due auto. Sciacallo! Questo è il nostro primo pensiero, un po’ perché stavamo parlando con i partecipanti proprio di questo canide, un po’ perché eravamo probabilmente influenzati dalla storia di Goldie, la sciacalla vittima di investimento che avevamo contribuito a salvare in una delle precedenti edizioni.

Avvicinandoci però notiamo che trattasi di ben altra specie. Riconosciamo la sagoma di un felino, è un gatto. Questo rimane sul bordo della strada. Lo superiamo lentamente perché speriamo di intravedere qualche carattere diagnostico. Valerio non ha, troppi, dubbi: è un Gatto selvatico (Felis silvestris)!!

Si tratta di una specie che avevamo già avuto la fortuna di osservare sempre a bordo strada in una delle precedenti edizioni. Già allora pensammo di aver avuto assistito ad una scena straordinaria e di essere stati molto fortunati…. però due volte: wow!

Il gruppo ha modo di scendere dall’auto e di osservare l’animale che, per qualche secondo, rimane a fissarci. Antonio riesce addirittura a scattargli una foto “di rapina”.

Gatto selvatico. Foto di Antonio Bonini.

Magnifico, non potevamo cominciare meglio. “Sarà difficile mantenere un livello del genere per tutta la durata della spedizione”, commentiamo scherzosi (ma forse nemmeno troppo) durante la cena.

Nel parcheggio del ristorante fa capolino una Volpe (Vulpes vulpes), è ora di tornare alla accogliente guest house che ci ospita a fare il pieno di calore e di energie. Il giorno successivo ci attende una gelida avventura che avrà inizio ancor prima dell’alba.

GIORNO 2

È ancora buio pesto quando entriamo nelle auto per dirigerci al porticciolo. I parabrezza delle auto sono ghiacciati e il termometro non supera i -4 gradi. Alla barca ci attende Vasilis, l’uomo dei pellicani come si fa chiamare da queste parti.

Partiamo verso il centro del lago e già si avvicinano i primi Pellicani ricci (Pelecanus crispus) che speranzosi di elemosinare qualche pesce cominciano a scortare l’imbarcazione. Alcuni addirittura salgono sulla barca e sul parasole. Non sanno che “purtroppo per loro” nei nostri tour non nutriamo gli animali.

Nel silenzio dell’alba che comincia a palesarsi si sente il rumore di centinaia di scatti, con buona pace delle dita ghiacciate. Tutti i partecipanti riescono ad ottenere scatti magnifici mentre capitan Vasilis condivide con noi tutta la sua profonda conoscenza relativamente a questi animali.

Pellicano riccio. Foto di Valerio Russo.

Pellicano riccio. Foto di Valerio Russo.

Pellicano riccio. Foto di Doriano Spinelli.

Ci racconta, ad esempio, degli esemplari marcati e del funzionamento dei nuovi dispositivi GPS, che lui ha contribuito ad applicare sulle ali di alcuni esemplari, nell’ambito del progetto “Pelican way of LIFE , la principale azione di conservazione della specie in Europa e su scala globale che collega ben 27 siti tra Romania, Bulgaria, Grecia e Ucraina, oltre a sostenere la ricerca in Turchia, Albania, Montenegro e Macedonia del Nord.

La telemetria satellitare e la marcatura dei Pellicani ricci con anelli colorati ed etichette alari aiutano a raccogliere informazioni su movimenti, dispersione e home range degli uccelli, nonché a monitorare i tassi di sopravvivenza, identificare i fattori di mortalità e altro ancora. A tale scopo individui giovani e adulti vengono marcati nei siti di sosta e alimentazione in Bulgaria, Romania e Grecia, tra cui il Lago di Kerkini.

Pellicano riccio con marcatura alare. Foto di Andrea Senese.

Pellicano riccio. Foto di Andrea Senese.

I Pellicani ricci non sono l’unico target del giro in barca di questa mattina. Ci dirigiamo infatti verso le aree ad acqua più bassa dove centinaia di Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) sono intenti a foraggiare. Nel corso degli anni, ci racconta Vasilis, il numero di individui che raggiunge il lago è in continuo incremento.

Non ci avviciniamo troppo per non distrarre questi splendidi animali dalla colazione in atto, ma grazie alle sapienti manovre della nostra imbarcazione riusciamo ad ottenere scatti interessanti da diverse angolazioni.

Fenicotteri rosa. Foto di Valerio Russo.

Cormorani. Foto di Gabriella Motta.

Aironi bianchi maggiori. Foto di Valerio Russo.

Più che soddisfatti dell’inizio della giornata rientriamo verso il porto, avvistando tra le numerose specie presenti, diversi individui di Marangone minore (Mycrocarbus pygmaeus). Approdati scorgiamo nei pressi della riva un gruppo di circa 20 individui di Moriglione (Aythia ferina) a riposo.

Non ci tratteniamo troppo ad osservarli, sappiamo che incontreremo di nuovo questa specie in concentrazioni molto superiori. Ora la priorità è tornare in struttura a “decongelarci” e a fare il pieno di energie con una delle nostre colazioni preferite.

Marangone minore. Foto di Valerio Russo.

Chiedere però di fare in fretta, ad un gruppo di 10 amanti della natura, in uno dei paradisi europei della biodiversità è però pura utopia.

Prima siamo “costretti” a fermarci perché Andrea individua in esemplare di Picchio cenerino (Picus canus) una delle chicche ornitologiche che questo territorio ha da offrire. In un secondo momento ci rallentiamo ulteriormente perché ci troviamo in uno stormo di migliaia (ma probabilmente di più) di Storni (Sturnus vulgaris) che riempiono cielo e prati intorno a noi regalandoci uno spettacolo vero e proprio.

Basta, andiamo! Ci attende Vasilia che ha preparato per noi deliziose torte, rustici alla feta, dolci alla cannella, crema dolce al latte di bufala (!) e altre leccornie.

Storni. Foto di Gabriella Motta.

Cappellaccia. Foto di Doriano Spinelli.

Colazione con relativa calma e siamo pronti per ripartire ci aspetta l’esplorazione della sponda ovest dell’invaso di Kerkini. Durante il percorso, in cui alterniamo tratta in auto e tratte a piedi, contattiamo diverse decine di specie tra anatidi, limicoli (interessante un individuo svernante di Cavaliere d’Italia, Himantopus himantopus), passeriformi e rapaci. Quest’ultimi egregiamente rappresentati anche da uno splendido maschio di Albanella reale (Circus cyaneus) individuato da Marta nei pressi di un canneto.

Decidiamo quindi di spostarci sui rilievi a nordest, di cambiare radicalmente tipologia di ambiente in modo da massimizzare anche il numero di specie potenzialmente osservabili, anche in questo caso veniamo ulteriormente rallentati.

Mentre stiamo per dividerci per dedicare ancora qualche minuto di esplorazione a quel settore del lago, Valerio scorge una imponente sagoma arrivare dalle cime innevate. Nessun tentennamento, si tratta di un’Aquila. Tutti riescono a impugnare il binocolo e si cominciano a valutare le diverse ipotesi. Per fortuna l’animale vola verso la nostra direzione dandoci possibilità di poter, nonostante la distanza considerevole, arrivare agilmente al riconoscimento. È un’Aquila anatraia maggiore (Clanga clanga), davvero magnifica.

Aquila anatraia maggiore. Foto di Gabriella Motta.

Fanello. Foto di Doriano Spinelli.

Consumiamo un rapidissimo spuntino con Tommaso che, nonostante le temperature ancora molto rigide, confida che il tiepido sole possa portare qualche rettile a svegliarsi.

Chi la dura la vince, ecco un giovane Ramarro orientale (Lacerta viridis) che pigramente, e apparentemente senza particolare successo, prova a termoregolarsi. Non particolarmente interessati dalla nostra presenza, un Totano moro (Tringa erythropus) e una Pantana (Tringa nebularia) atterrano nella pozza fangosa affianco a noi per iniziare freneticamente a cercare cibo.

Ramarro orientale. Foto di Valerio Russo.

Rientriamo in auto e ripartiamo, durante una sosta dal benzinaio (che proviamo invano a coinvolgere nel nostro entusiasmo), con sullo sfondo le imponenti montagne che fanno da confine con la Bulgaria, due Cicogne nere (Ciconia nigra) prendono quota in termica lasciandosi osservare per qualche minuto.

Raggiungiamo Sidirokastro per esplorare un’area caratterizzata da affioramenti rocciosi di calcarenite dominati da pinete di ipotizzabile origine autoctona. Speriamo di contattare il Picchio muratore di roccia, specie che inseguiamo da anni. Sulla assolata parete rocciosa notiamo qualcosa che si muove impazientemente da uno sperone di roccia all’altro. Sarà lui!?

Niente da fare, si tratta di una deliziosa Civetta (Athene noctua) che alterna un po’ di basking al sole a brevissimi voli di ricognizione.

Cicogna nera. Foto di Doriano Spinelli.

Sidirokastro. Foto di Valerio Russo.

Sidirokastro. Foto di Andrea Senese.

ll Picchio muratore di roccia continua a sfuggirci ma la deviazione è comunque stata interessante. Così come interessante è stato il ritrovamento di numerosi segni di presenza di Lupo. Prima di cena ci godiamo gli ultimi momenti di luce passeggiando lungo la foresta ripariale nella zona di Vironia, dove le montagne di Belles si riflettono nel placido fiume Strymónas.

Tempo di cenare, gli stomaci brontolano. Ci aspetta il nostro amico Lefteris; il suo caratteristico ristorante è da anni tappa fissa nelle nostre spedizioni. Veniamo accolti calorosamente, oltre che da Lefteris e dal suo staff da una megatavolata di persone locali che canta e balla per tutta la notte canzoni tradizionali per poi dedicarci “Bella ciao”, apprezziamo.

La cena è, come sempre, deliziosa. In molti nel gruppo ci saremmo intrattenuti a gozzovigliare con la nuova compagnia locale, ma la sveglia ci tirerà giù dal letto alle 05.30, una buona notte di riposo è d’obbligo.

Picchio verde. Foto di Doriano Spinelli.

Kerkini Lake. Foto di Andrea Senese.

GIORNO 3

Non è ancora sorto il sole e già siamo sulle sponde occidentali del lago. Lentamente ci avviciniamo alla sponda, affollata di molti uccelli tra cui i primi Pellicani bianchi (Pelecanus onocrotalus). Montiamo il cannocchiale e subito confermiamo un’impressione che avevamo avuto osservando con i binocoli: tra le tante specie diverse presenti ci sono anche dei bellissimi Quattrocchi (Bucephala clangula).

Abitanti del Kerkini Lake. Foto di Gabriella Motta.

Quattrocchi. Foto di Doriano Spinelli.

Il fango della riva tradisce, mediante centinaia di impronte, un grosso viavai di animali. C’è anche una chiarissima pista che ci sembra assolutamente compatibile con lupo. Le osservazioni che si susseguono sono tutte interessantissime; gli Spioncelli (Anthus spinoletta) passeggiano sulla sponda e, alle loro spalle, un gruppo di limicoli si rivela essere composto da numerosi Gambecchi comuni (Calidris minuta) e da una Pivieressa (Pluvialis apricaria).

In un gruppo di Gabbiani comuni più in fondo notiamo infine una Gavina (Larus canus), specie che per la prima volta contattiamo sul lago di Kerkini. Infine, Gabriella scorge un gruppo di 15 Colombelle (Columba oenas) che sorvola i vicini boschi.

Pellicano bianco. Foto di Valerio Russo.

Anche oggi l’inizio di giornata è stato più che soddisfacente. Anche oggi meritiamo di goderci una colazione deliziosa nel tepore della nostra guesthouse!

Terminata la colazione siamo impazienti di continuare con le osservazioni. Ci dirigiamo verso la zona orientale dell’invaso. Attraversando gli sporadici nuclei abitativi abbiamo l’occasione di scattare più e più foto alle Passere mattuge (Passer montanus) che in queste zone ci sembrano meglio distribuite e più comuni che da noi in Italia.

Uno Sparviere (Accipiter nisus) si lancia in picchiata su una preda, la manca, torna a poggiarsi ma viene immediata scacciato da una territoriale Poiana (Buteo buteo). In particolare, in questo periodo la specie è qui presente in grossi numeri. Scrutiamo con attenzione ognuno degli esemplari con la speranza di scorgere caratteri diagnostici che ci possano indirizzare verso altre specie del genere Buteo che con ogni probabilità frequentano l’area nella stagione invernale.

Passera mattugia. Foto di Doriano Spinelli.

Passere mattuge e Passera oltremontana. Foto di Valerio Russo.

Dirigendoci verso nord osserviamo nei campi Aironi cenerini, Aironi bianchi maggiori, Spatole e, lungo un canale, una solitaria Garzetta (Egretta garzetta), paradossalmente l’unica che avvisteremo bel corso delle giornate trascorse a Kerkini.

Sempre lungo un canale, o meglio per essere più precisi, lungo i suoi argini incendiati, Andrea riesce a scorgere un Beccaccino (Gallinago gallinago) che tenta di mimetizzarsi. Il contrasto tra il colore del piumaggio e la vegetazione carbonizzata è interessantissimo e Doriano riesce a ritirarlo magistralmente.

Le acque del lago sono affollate da centinaia, anzi migliaia di Moriglioni, uno spettacolo mozzafiato oramai sempre più raro da ammirare nelle nostre aree umide.

Beccaccino. Foto di Doriano Spinelli.

Moriglioni. Foto di Valerio Russo.

Ci spostiamo quindi verso le aree di acqua più bassa a nord del lago. E qui cominciano le due ore, probabilmente più entusiasmanti di tutta la spedizione.

In acqua una Cicogna nera si riposa, bellissima; alle sue spalle, assieme a decine di Oche lombardelle, Gaudenzio e Paola scorgono un gruppo di Cigni minori (Cygnus columbianus bewickii) e nel bel mezzo, posata a terra, una maestosa Aquila anatraia maggiore si guarda intorno probabilmente indecisa su quale preda concentrarsi tra la miriade di opzioni possibili.

Quante specie target tutte insieme!

Cicogna nera. Foto di Doriano Spinelli.

Ma le emozioni sono soltanto appena cominciate. Ad alcune centinaia di metri notiamo che Antonio sta fotografando qualcosa nel bel mezzo della strada, la sagoma anche a distanza è riconoscibile, si tratta di un Gatto selvatico!

Mentre ci avviciniamo all’azione il gatto, apparentemente disinteressato dalla nostra presenza, si allontana lentamente ma con decisione. Quando arriviamo è già andato via.

Che fortuna!! Se un’osservazione di Gatto selvatico (o meglio due se consideriamo anche quella di qualche anno fa sempre a Kerkini) sono un evento straordinariamente fausto, due osservazioni in meno di 48h sono da restare senza parole, soprattutto perché trattasi di una specie che anche se ben distribuita – molto più di quanto non si credesse in passato – risulta essere particolarmente difficile da avvistare.

Che fortuna, certo, ma anche che frustrazione! Per poco non siamo riusciti ad avvicinarci con il gruppo al completo. Pazienza, siamo comunque tutti entusiasti.

Rapidamente consumiamo qualche boccone, la giornata è ancora lunga. Rischiamo però di farci andare il boccone di traverso. Antonio esclama “è tornato il gatto!”.

Finalmente tutti i membri del gruppo riescono a godere di questo magico momento: sotto lo sguardo incredulo di tutti noi il fiero felino sembra non curarsi della nostra presenza e si lascia ammirare a circa 3 metri di distanza per più di 25 minuti! Si stiracchia al sole come il più mansueto gatto di casa per poi, dopo aver atteso pazientemente una possibile preda scompare tra la fitta vegetazione erbacea.

Gatto selvatico. Foto di Valerio Russo.

Gatto selvatico. Foto di Andrea Senese.

Ancora sbalorditi dal fortunato incontro proseguiamo l’esplorazione della sponda orientale del lago e non tardano a mancare ulteriori osservazioni degne di nota. Uno Smeriglio (Falco columbarius) scorta le nostre autovetture posandosi sugli arbusti a bordo strada e, poco dopo, avvistiamo due grossi rapaci in termica: un altro individuo di Aquila anatraia maggiore volteggia assieme ad una bellissima Aquila di mare (Haliaeetus albicilla), le possenti dimensioni di quest’ultima fan quasi sfigurare l’altro Accipitriforme!

Strymónas. Foto di Valerio Russo.

Ci intratteniamo ancora un po’ lungo le sponde nordorientali, dove il fiume Strymónas sfocia sul bacino lacustre. Le anse sono come sempre affollate da molteplici specie di uccelli acquatici, mentre i vicini campi sono perlustrati attentamente da un’Albanella reale.

È tempo di cambiare zona, ci attende un altro giro in barca: questa volta in compagnia di Niko esploriamo le sponde meridionali del lago. Non appena partiti veniamo scortati da alcuni Pellicani ricci e qualche individuo di Cormorano dal vistoso abito riproduttivo, ci avviciniamo dunque ad una piattaforma utilizzata come sito di roost invernale da entrambe le specie di pellicano.

Cormorano. Foto di Doriano Spinelli.

Qui abbiamo modo di apprezzare a pieno le differenze tra Pellicano riccio e Pellicano bianco, specie che negli ultimi anni sverna a Kerkini con numeri sempre maggiori, oltre che immortalare le interazioni tra i diversi individui presenti e le loro dispute territoriali per accaparrarsi i posti migliori all’interno della piattaforma.

Niko, esperto locale di ecoturismo e di biodiversità, ci illustra alcune criticità che recentemente interessano la popolazione di Pellicano riccio in Grecia, prima tra tutte l’influenza aviaria che ha colpito soprattutto le coppie riproduttive del Parco Nazionale di Prespa, dove risiede la colonia più grande della specie al mondo.

Dettagli di Pellicano. Foto di Gaudenzio Conti.

Pellicano bianco. Foto di Andrea Senese.

Cugini a confronto. Foto di Andrea Senese.

Pellicano riccio. Foto di Andrea Senese.

Pellicano riccio - Dalmatian Pelican (Pelecanus crispus). Photo by Andrea Senese

Pellicani ricci. Foto di Antonio Bonini.

Riapprodati, prima di terminare questa lunga giornata con la nostra ultima cena a base di specialità elleniche, immortaliamo alcuni alcuni Aironi bianchi maggiori piuttosto confidenti alle ultime luci del tramonto.

Airone bianco maggiore. Foto di Valerio Russo.

Airone bianco maggiore. Foto di Valerio Russo.

GIORNO 4

Mattina del quarto giorno, dopo una ricca colazione è ahinoi tempo di salutare il Kerkini Lake National Park ma ancora non paghi di quanto osservato finora raggiungiamo l’ultima meta del tour. Ci dirigiamo infatti a sud, a pochi chilometri da Salonicco, per esplorare nelle ultime ore a nostra disposizione l’area orientale dell’Axios Delta National Park, una delle aree umide più estese e importanti del paese, così da indagare ulteriori ambienti e provare ad aggiungere le ultime specie alla nostra checklist.

Passera sarda. Foto di Doriano Spinelli.

Passere sarde. Foto di Gabriella Motta.

Non appena giunti veniamo accolti da enormi flock di Passere sarde (Passer hispaniolensis), più di 400 esemplari affollano gli aspri cespugli e i tralicci che delimitano le polverose strade del Parco, mai visto una tale concentrazione! Qui uno Sparviere cerca di trarre vantaggio da questa abbondanza di prede, cercando di scagliarsi all’interno di un arbusto e scatenando un chiassoso via vai generale.

Lungo gli specchi d’acqua i caldi colori della salicornia contrastano quelli dei Fenicotteri e delle Volpoche, creando un effetto ottico veramente piacevole.

Fenicotteri rosa. Foto di Valerio Russo.

Ci avviciniamo dunque alla linea di costa in cerca di nuove specie: oltre ad un gruppetto di Marangoni minori che sosta sulle tipiche piattaforme in legno utilizzate dai pescatori locali, osserviamo una Strolaga mezzana (Gavia arctica), specie che sverna regolarmente lungo il Golfo Termaico.

Continuando a perlustrare le limose sponde del delta, contattiamo numerose specie di limicoli alla ricerca di piccoli invertebrati, tra cui Piro piro culbianco (Tringa ochropus) e Chiurlo maggiore (Numenius arquata), mentre Pettegole (Tringa totanus) e Beccacce di mare (Haematopus ostralegus) preferiscono sostare sui paletti a ridosso del mare.

Piro piro culbianco. Foto di Doriano Spinelli.

Chiurlo maggiore. Foto di Valerio Russo.

Lungo uno dei canali che costeggiano la foce fluviale un variopinto Martin pescatore (Alcedo atthis), troppo indaffarato nel catturare qualche pescetto, viene ritratto dalle abili mani di Cinzia, Doriano e Antonio.

Volge al termine il nostro tour invernale in penisola ellenica, con un totale di 105 specie di uccelli (E BEN DUE GATTI SELVATICI) salutiamo il Delta dell’Axios e i suoi numerosi abitanti.

Estremamente soddisfatti e contenti di aver vissuto questi intensi giorni e aver condiviso infinite emozioni assieme ad un affiatatissimo gruppo ci dirigiamo verso Salonicco per i saluti finali.

Martin pescatore. Foto di Doriano Spinelli.

Cappellaccia. Foto di Valerio Russo.

Ancora una volta la Grecia nordorientale si conferma una delle destinazioni più interessanti in Europa per gli amanti del wildlife watching e della fotografia naturalistica. Non vediamo l’ora di tornare!

CHECKLIST

UCCELLI:

  1. Cigno reale (Cygnus olor)
  2. Cigno minore (Cygnus bewickii)
  3. Oca selvatica (Anser anser)
  4. Oca lombardella (Anser erythropus)
  5. Volpoca (Tadorna tadorna)
  6. Germano reale (Anas plathyrhynchos)
  7. Codone (Anas acuta)
  8. Alzavola (Anas crecca)
  9. Fischione (Mareca penelope)
  10. Canapiglia (Mareca strepera)
  11. Mestolone (Spatula clypeata)
  12. Moriglione (Aythya ferina)
  13. Quattrocchi (Bucephala clangula)
  14. Strolaga mezzana (Gavia arctica)
  15. Tuffetto (Tachybaptus ruficollis)
  16. Svasso maggiore (Podiceps cristatus)
  17. Svasso piccolo (Podiceps nigricollis)
  18. Cormorano (Phalacrocorax carbo)
  19. Marangone minore (Phalacrocorax pygmaeus)
  20. Pellicano bianco (Pelecanus onocrotalus)
  21. Pellicano riccio (Pelecanus crispus)
  22. Garzetta (Egretta garzetta)
  23. Airone bianco maggiore (Ardea alba)
  24. Airone cenerino (Ardea cinerea)
  25. Cicogna nera (Ciconia nigra)
  26. Spatola (Platalea leucorodia)
  27. Fenicottero (Phoenicopterus roseus)
  28. Aquila di mare (Haliaeetus albicilla)
  29. Aquila anatraia maggiore (Clanga clanga)
  30. Falco di palude (Circus aeruginosus)
  31. Albanella reale (Circus cyaneus)
  32. Poiana (Buteo buteo)
  33. Sparviere (Accipiter nisus)
  34. Gheppio (Falco tinnunculus)
  35. Smeriglio (Falco columbarius)
  36. Parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus)
  37. Porciglione (Rallus aquaticus)
  38. Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus)
  39. Folaga (Fulica atra)
  40. Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus)
  41. Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)
  42. Pivieressa (Pluvialis squatarola)
  43. Pavoncella (Vanellus vanellus)
  44. Gambecchio comune (Calidris minuta)
  45. Combattente (Calidris pugnax)
  46. Pettegola (Tringa totanus)
  47. Totano moro (Tringa erythropus)
  48. Pantana (Tringa nebularia)
  49. Piro piro culbianco (Tringa ochropus)
  50. Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos)
  51. Chiurlo maggiore (Numenius arquata)
  52. Beccaccino (Gallinago gallinago)
  53. Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus)
  54. Gavina (Larus canus)
  55. Gabbiano reale (Larus michahellis)
  56. Piccione domestico (Columba livia domestica)
  57. Colombaccio (Columba palumbus)
  58. Colombella (Columba oenas)
  59. Tortora dal collare (Streptopelia decaocto)
  60. Allocco (Strix aluco)
  61. Civetta (Athene noctua)
  62. Martin pescatore (Alcedo atthis)
  63. Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major)
  64. Picchio rosso minore (Dendrocopos minor)
  65. Picchio verde (Picus viridis)
  66. Picchio cenerino (Picus canus)
  67. Allodola (Alauda arvensis)
  68. Cappellaccia (Galerida cristata)
  69. Spioncello (Anthus spinoletta)
  70. Pispola (Anthus pratensis)
  71. Ballerina bianca (Motacilla alba)
  72. Ballerina gialla (Motacilla cinerea)
  73. Passera scopaiola (Prunella modularis)
  74. Pettirosso (Erithacus rubecula)
  75. Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
  76. Saltimpalo (Saxicola torquatus)
  77. Tordo bottaccio (Turdus philomelos)
  78. Merlo (Turdus merula)
  79. Occhiocotto (Sylvia melanocephala)
  80. Usignolo di fiume (Cettia cetti)
  81. Luì piccolo (Phylloscopus collybita)
  82. Fiorrancino (Regulus ignicapilla)
  83. Scricciolo (Troglodytes troglodytes)
  84. Cinciallegra (Parus major)
  85. Cinciarella (Cyanistes caeruleus)
  86. Codibugnolo (Aegithalos caudatus)
  87. Gazza (Pica pica)
  88. Ghiandaia (Garrulus glandarius)
  89. Taccola (Corvus monedula)
  90. Cornacchia grigia (Corvus cornix)
  91. Corvo comune (Corvus frugilegus)
  92. Corvo imperiale (Corvus corax)
  93. Storno (Sturnus vulgaris)
  94. Passera oltremontana (Passer domesticus)
  95. Passera sarda (Passer hispaniolensis)
  96. Passera mattugia (Passer montanus)
  97. Fringuello (Fringilla coelebs)
  98. Fanello (Linaria cannabina)
  99. Cardellino (Carduelis carduelis)
  100. Verdone (Chloris chloris)
  101. Verzellino (Serinus serinus)
  102. Lucherino (Spinus spinus)
  103. Migliarino di palude (Emberiza schoeniclus)
  104. Zigolo nero (Emberiza cirlus)
  105. Strillozzo (Emberiza calandra)

MAMMIFERI:

  1. Nutria (Myocastor coypus)
  2. Cinghiale (Sus scrofa)
  3. Volpe rossa (Vulpes vulpes)
  4. Gatto selvatico (Felis silvestris)

RETTILI:

  1. Ramarro orientale (Lacerta viridis)
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