Nel periodo di tempo che va da ottobre 2020 a marzo 2021 si è svolta in Italia la raccolta dati del primo monitoraggio a scala nazionale del Lupo (Canis lupus) coordinato da ISPRA, che ha coinvolto una rete di 3000 operatori appartenenti a Parchi Nazionali e Regionali, Regioni e Provincie Autonome, università, musei, associazioni nazionali e locali, oltre che al Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari (CUFAA) dell’Arma dei Carabinieri.

Scopo del monitoraggio è stato quello di fornire una stima della distribuzione e della consistenza numerica della popolazione di Lupo in Italia. Il monitoraggio è stato effettuato utilizzando una griglia di celle 10 x 10 km per suddividere l’intero territorio italiano. Di queste, 1000 celle sono state selezionate da esperti ISPRA e da ricercatori universitari con l’utilizzo di un disegno di campionamento probabilistico.

In tale contesto, l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) ha affidato alla Kayla Nature srls il monitoraggio del Lupo all’interno dei confini dello stesso Parco Nazionale, e in particolare quelle sedici celle 10 x 10 km ricadenti nel territorio del Parco, tra quelle selezionate da ISPRA a livello nazionale.

Il monitoraggio è stato effettuato tramite la ricerca di segni di presenza della specie (fatte, siti di marcatura, impronte, piste su neve, carcasse di animali predati ed esemplari morti) durante la percorrenza sistematica di transetti (a cui sono stati sommati dati raccolti in maniera occasionale). In più, è stata utilizzata la tecnica del video-fototrappolaggio per verificare, oltre che la presenza della specie, anche la presenza di branchi e fenotipi anomali.

A coordinare la raccolta e l’elaborazione dei dati sono stati il personale della Kayla Nature e un tecnico Federparchi, sulla base delle linee guida di ISPRA relative al monitoraggio nazionale. Alla raccolta dati hanno contribuito anche i cittadini dei comuni del Parco, i Carabinieri forestali e i veterinari dell’Università degli Studi di Napoli Federico II (Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali).

Il monitoraggio ha permesso la raccolta di un totale di 381 dati di presenza del Lupo, per la maggior parte escrementi (300) e avvistamenti mediante video-fototrappolaggio (70). In particolare, il video-fototrappolaggio ha portato all’identificazione di 2 coppie e 5 branchi, per un totale di almeno 25 individui censiti. In generale la presenza del Lupo è stata accertata nel 100% delle celle indagate.

Il monitoraggio nazionale coordinato da ISPRA, di cui sono stati recentemente divulgati i risultati, ha stimato per l’Italia una popolazione di Lupo pari a 3307 individui (forchetta 2945 – 3608 individui), dato che va a confermare il trend positivo della popolazione di Lupo in Italia, che risulta molto cresciuta negli ultimi anni.

In continuità con quello che è stato il monitoraggio nazionale 2020-2021, nasce il Progetto di Sistema Trasversale denominato “WOLFNEXTParchi a sistema per il futuro del Lupo in Italia”, portato avanti da 16 Parchi Nazionali italiani, tra cui il PNCVDA.

I Parchi hanno costituito un partenariato finalizzato alla pianificazione, allo sviluppo e al coordinamento di un’attività di ricerca e gestione, che renda possibile l’attuazione concreta, condivisa e su vasta scala, di un sistema di monitoraggio-conservazione-gestione in grado di assicurare sul lungo termine la conservazione del Lupo sul territorio nazionale e la prevenzione ovvero il contenimento degli eventuali conflitti che nei vari territori possono generarsi.

Nell’ambito di WOLFNEXT il PNCVDA ha affidato alla Kayla Nature srls un nuovo incarico relativo all’attuazione di alcune azioni del progetto, e in particolare la 1A – Monitoraggio coordinato con metodo naturalistico (transetti, snow tracking ecc.) e la 1C (1) – Monitoraggio intensivo con video-fototrappole in aree di particolare interesse gestionale.

La Kayla Nature porterà dunque avanti un nuovo monitoraggio del Lupo all’interno dei confini del PNCVDA, che avrà durata di un anno e stavolta coprirà l’intero territorio del Parco, ma continuerà a basarsi, per quanto riguarda la raccolta dati, sulle linee guida ISPRA per garantire una continuità e una confrontabilità dei dati che verranno raccolti.

In più utilizzerà la tecnica del wolf howling per identificare le core-areas dei branchi e le possibili aree di riproduzione della specie. Sarà infine impiegato il video-fototrappolaggio per stimare il successo riproduttivo dei vari branchi e comprendere in maniera più approfondita l’utilizzo del territorio da parte di branchi ed esemplari in dispersione nel corso dei vari mesi dell’anno.

Ci si auspica che i risultati di questo monitoraggio possano portare ad avere una buona stima della distribuzione e della consistenza numerica della popolazione del Lupo nel PNCVDA, e che queste conoscenze possano contribuire in maniera concreta alla conservazione del Lupo nel Parco.

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