Le zone umide rappresentano uno degli ambienti naturali più importanti al mondo: oltre ad essere un indispensabile fonte di produttività primaria, costituiscono il sito di riproduzione e/o l’habitat del 40% delle specie dell’intero pianeta e forniscono acqua e nutrienti utili alla sopravvivenza di innumerevoli piante e animali, tra cui l’uomo. La loro rilevanza è tale da essere interessate da molteplici azioni di tutela, prima tra tutte la Convenzione di Ramsar, trattato intergovernativo riguardante la conservazione e la gestione degli ecosistemi naturali su scala globale.

L’avifauna acquatica costituisce una delle popolazioni delle zone umide più interessanti ed importanti. Questa, con la sua presenza, densità e frequenza nel tempo, fornisce dati utili riguardanti lo status delle aree umide. Inoltre, con le migrazioni effettuate, rappresentano un vero e proprio anello di connessione tra i diversi ambienti a livello mondiale, oltre che un’attrattiva nell’ambito dell’ecoturismo.

Per tali ragioni, gli uccelli acquatici sono costantemente al centro dell’attenzione dei ricercatori, soprattutto durante il periodo dello svernamento, quando vi è la maggiore concentrazione di specie. È proprio ogni inverno che si svolgono gli IWC (International Waterbird Census), i censimenti mondiali degli uccelli acquatici che interessano ben 143 paesi in tutti i continenti. Coordinati su scala internazionale da Wetlands International, in Italia si svolgono dal 1975, sotto la guida dell’ISPRA. Qui vengono condotti nel mese di gennaio da ornitologi e birdwatchers dotati di patentino IWC, ottenuto in seguito ad un esame dedicato.

Scopo principale dell’IWC è quello di stimare le popolazioni di uccelli acquatici, descrivendo le loro variazioni numeriche e distributive nel tempo e identificare le zone umide maggiormente rilevanti per gli svernanti. I dati risultanti sono regolarmente utilizzati nell’ambito di convenzioni e direttive internazionali (Direttiva Uccelli, Accordo AEWA, Ramsar, Marine Strategy), oltre a supportare molteplici progetti di conservazione di specie ed ambienti umidi.

Due settimane fa abbiamo contribuito alla raccolta dati campani in compagnia di altri due amici e birdwatchers dotati come noi di patentino IWC, andando ad indagare la porzione settentrionale del Litorale Casertano. Sulla strada un flock di circa 15 Tottaville (Lululla arborea), intento a foraggiarsi su dei campi allagati assieme a molteplici altre specie di Passeriformi, ha richiamato la nostra attenzione.

Durante i censimenti abbiamo avuto modo di osservare diversi uccelli pelagici, tra cui due individui di Sula (Morus bassanus), tre Berte maggiori (Calonectris diomedea) e decine di Berte minori (Puffinus yelkouan). Inoltre, come ogni inverno, abbiamo riscontrato una discreta aggregazione di Laridi concentrati su un piccolo tratto di costa sabbiosa. Tra questi, oltre ai numerosissimi Beccapesci, Gabbiani comuni e reali, 3 individui di Gabbiano corso (Ichtyaetus audouinii) e ben 9 Zafferani (Larus fuscus), gabbiano regolarmente svernante lungo le coste campane ma raramente osservabile in numeri superiori alle 4-5 unità. Di ritorno verso Napoli, una volta concluso il lavoro, non ancora paghi, abbiamo fatto una breve sosta sul Lago Patria. Qui migliaia di Pavoncelle (Vanellus vanellus) hanno dato spettacolo con il loro volo ipnotico, in compagnia di 3 Pivieri dorati (Pluvialis apricaria) e 2 Chiurli maggiori (Numenius arquata). A conclusione di una giornata che già si era rivelata proficua in quanto a specie di gabbiani osservate, abbiamo aggiunto alla checklist un 2cy di Gabbiano roseo (Chroicocephalus genei)!

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