Come oramai saprete, la Kayla Nature è coinvolta nel monitoraggio del Lupo appenninico (Canis lupus italicus) all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) sin da ottobre 2020. Il nostro team ha studiato la specie in questo territorio nell’ambito di diversi progetti che ci hanno portato ad approfondirne le dinamiche sociali e la distribuzione all’interno dell’area.

Sebbene la popolazione di Lupi sia in aumento, sia a livello nazionale che locale, la specie è ancora minacciata da diversi fattori che rischiano di minare i successi conservazionistici degli ultimi anni. Tra queste minacce, il bracconaggio è probabilmente una delle forme di conflitto tra uomo e animale più radicalizzate e di difficile lotta.

Proprio all’interno del PNCVDA, alla fine del 2023, le squadre dei Nuclei Carabinieri “Parco” di Vallo della Lucania e di Sessa Cilento hanno recuperato un giovane esemplare maschio di Lupo caduto vittima di una trappola d’acciaio utilizzata dai bracconieri. Il Lupo, feritosi alle zampe nel tentativo di liberarsi, versava in condizioni critiche e, dopo essere stato soccorso e trasportato presso l’ASL veterinaria di Vallo della Lucania, è stato affidato alle cure del personale del CRAS di Napoli.

Qui, dopo alcune settimane di prognosi riservata, l’animale si è ripreso completamente ed è stato quindi organizzato il suo ritorno in libertà!

Grazie alla collaborazione con i tecnici del Parco Nazionale della Majella, l’animale è stato munito di un radiocollare che permettesse di seguirne gli spostamenti digitalmente e di studiarne il comportamento spaziale nell’area di rilascio. Si sarebbe ricongiunto al suo precedente branco? Si sarebbe avventurato alla ricerca di un nuovo territorio? Erano queste alcune delle domande a cui si cercava risposta.

La squadra di zoologi della Kayla Nature è stata quindi entusiasta quando il Parco ha deciso di affidarle il compito di affiancare la raccolta dati satellitari con una tecnica di nostra vecchia conoscenza: il fototrappolaggio! Se infatti il radiocollare è uno strumento utilissimo per seguire gli spostamenti di un animale, questo non permette di raccogliere informazioni come lo stato di salute o, ovviamente, la presenza di altri animali non dotati di collare.

Subito dopo il rilascio del Lupo in natura, quindi, il nostro team ha allestito alcune stazioni di fototrappolaggio in prossimità di siti potenzialmente utilizzabili dal Lupo durante i suoi spostamenti. Si trattava di anticipare le mosse dell’animale dato che, ovviamente, i dati trasmessi dal radiocollare permettono di conoscere la sua posizione solo dopo l’avvenuto passaggio dell’animale. Inoltre, data l’enorme estensione del Parco, l’obiettivo si preannunciava particolarmente difficile. Era come cercare un ago in un pagliaio.

Dopo circa sei settimane di ricerche infruttuose, durante le quali il Lupo aveva girovagato in diverse zone del Parco, i suoi spostamenti sono però diminuiti radicalmente, lasciando ipotizzare che avesse trovato un’area idonea alle sue esigenze e l’avesse scelta come territorio. Questo ci ha quindi permesso di concentrare gli sforzi di ricerca in un’area più limitata, aumentando le chance di “cattura”.

E, infatti, durante uno dei controlli periodici per sostituire le batterie, abbiamo scoperto con immensa gioia che una delle nostre fototrappole aveva registrato delle immagini incontrovertibili del Lupo in cui era chiaramente visibile il radiocollare (ciò serviva ad escludere al 100% che potesse trattarsi di un altro esemplare). L’animale appare essere in buona salute e, soprattutto, è accompagnato da un altro Lupo, probabilmente una femmina, che rafforza la teoria secondo la quale il Lupo abbia scelto un nuovo territorio che potrà – con un po’ di fortuna – vederlo crescere e riprodursi. Ad maiora!

Testo a cura di Michele Chiacchio

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